FESTIVAL DOREMIFASUD 2024
10-11-12 maggio CIQ Milano
Settima edizione
Tre giorni di dialoghi in musica per la pace e per l’ambiente
DOREMIFASUD cambia fisionomia rispetto alle precedenti edizioni mantenendo lo spirito e l’intento di base: incoraggiare il dialogo, l’incontro e l’amicizia tra mondi differenti e tra persone provenienti da diversi paesi e culture, attraverso il linguaggio della musica.
La musica “migrante” rimane infatti il tema centrale: in un momento storico in cui gravi problemi affliggono il mondo in cui viviamo, DOREMIFASUD 2024 si concentra su due temi, fra loro connessi, sui quali la musica può, nel modo che le è proprio, dare un positivo contributo: la pace e l’ambiente.
Al tema della pace saranno dedicate le due prime giornate del festival, venerdì 10 e sabato 11 maggio: sul palco del CIQ si ascolteranno dal vivo, durante la stessa serata, musiche di culture e paesi che vivono, hanno vissuto o sono in qualche modo coinvolti in situazioni di conflitto.
Domenica 12 maggio sarà l’ambiente il tema di fondo, a cui sarà dedicato l’intero pomeriggio di musica, a partire dal pranzo con gli artisti.
Il messaggio che DOREMIFASUD 2024 urla al mondo è tanto semplice da enunciare quanto appare difficile, soprattutto oggi, da realizzare: è un invito al dialogo fra le persone che le contrapposizioni ideologiche, etniche o religiose – e le guerre – contribuiscono a dividere e a rivolgere la nostra attenzione all’ambiente e alla sua cura.
Il linguaggio musicale più di ogni altro riesce, nella sua universalità, a esprimere in modo comprensibile, alle persone più diverse, la varietà e la complessità dei sentimenti e delle emozioni. Questo lo rende un messaggio per sua natura unificante.
L’invito è quello di lasciar riposare le proprie convinzioni, ancor più i propri pregiudizi o le ideologie, e di limitarsi per tre giorni ad ascoltare il messaggio della musica.
Il programma completo sarà pubblicato a breve.
Il festival non prende posizione né a favore né contro le parti in conflitto, solidarizza indistintamente con tutte le vittime delle guerre e con coloro che, ognuno a suo modo e con le proprie idee, aspirano alla pace. Non ha bandiere da esporre, nemmeno quella della pace, perché anche il pacifismo talvolta si tinge di ideologia. Tantomeno espone la bandiera bianca, sia perché la resa di una delle parti, così come la vittoria con la forza dell’altra, portano a una pace che è sempre illusoria e precaria, sia perché non vogliamo arrenderci all’ineluttabilità della guerra come strumento di soluzione dei conflitti fra popoli o paesi. A essa contrapponiamo il dialogo, il negoziato, che si basa sulla comprensione delle ragioni dell’altro e sulla consapevolezza che in ogni conflitto torti e ragioni sono sempre distribuiti in modo complesso fra le parti. Tutto questo può sembrare banale e qualunquistico e ovviamente ciascuno di noi ha legittimamente le sue idee in proposito.
Il tema dell’ambiente è connesso a quello della pace. Innanzitutto perché le guerre, oltre a straziare le vite delle persone, costituiscono un grave sfregio per l’ambiente, distruggono quello che l’uomo ha faticosamente realizzato, inquinano gli elementi naturali, comportano colossali sprechi di energie e di risorse.
Sia le guerre che il degrado ambientale mettono a repentaglio un concetto che dovrebbe stare a cuore a tutti, quello della casa comune.
In un mondo che la tecnologia, con lo sviluppo delle comunicazioni, con il web, con la facilità degli spostamenti rende ogni giorno più piccolo, siamo ormai tutti vicini di casa, forse ancor più, dei condomini. Come in tutti i condominii ci possono essere dei litigi ma alla fine conviene trovare delle soluzioni. Purtroppo oggi anche il tema ambientale è diventato divisivo contrapponendo opposti fanatismi, catastrofismi climatici, negazionismi. Anche in questo caso la musica, per sua natura poco incline ad asservirsi alle ideologie e agli -ismi, trasmette un messaggio efficace.
Non siamo tanto ingenui da illuderci che un festival come il nostro possa fermare le guerre o a salvare il pianeta. Sarebbe troppo bello. Se però riesce a offrire ai musicisti e ai partecipanti un momento di dialogo, di amicizia, di allegria condivisa sarà, se non la vera pace, una breve tregua dalle turbolenze del nostro tempo, e forse anche un mattoncino per la costruzione di un mondo migliore.
PROGRAMMA
10/12 maggio 2024 al C.I.Q.
Presenta:
Elouti Wangué Olivier (Camerun)
Cantante ospite in apertura di tutt’e tre le giornate del Festival:
Aliou Ndiaye Taxuraan (Senegal)
Venerdì 10 maggio,
dalle ore 21:00
Il festival si aprirà venerdì sera, dopo la cena, con un’introduzione da parte del senegalese Aliou Ndiaye Taxuraan, seguito da altri musicisti provenienti da diverse tradizioni culturali dell’Est Europa.
Musiche dal mondo slavo:
Jovica Jovic (Serbia)
Duo Galia – Alexei Birioukov e Galina Birioukova (Russia)
Eka Project (Ucraina)
Sabato 11 maggio,
dalle ore 21:00
La serata del sabato sarà dedicata a musiche dell’area mediorientale, con esibizioni che riflettono la ricca tradizione culturale della regione.
Musiche dal Medio Oriente:
Faysal Taher (Palestina)
Gabriele Coen (Italia) e Ziad Trabelsi (Tunisia)
Ashti Abdo (Kurdistan) e Gabriele Montanari (Italia)
Domenica 12 maggio
ore 13 – pranzo con gli artisti
dalle ore 16 – Armonie Ecologiche
Esibizioni live a tema ambiente: musica, teatro-danza, spettacoli comici! Un palco unico che ospiterà vari artisti provenienti da diverse parti del mondo.
All’interno del progetto “Artisti uniti per l’ambiente” tra Italia e Senegal finanziato da OIM Italia nel quadro dell’iniziativa A.MI.CO. Grants2024 con il sostegno della Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
Tommy Kuti (Nigeria, musicista), Yaya Dembele (Burkina Faso), Sandro Joyeux (Francia, musicista), Lost Parade’ – Erika Di Mauro (Italia) & Tejaswini Loundo (India), progetto teatro-danza, Tay Vines (Togo, comico), Monthly Carol (Italia, band), Stephane Ngono (Camerun), giovani senegalesi di 2° generazione, a sorpresa!
I MUSICISTI DI DOREMIFASUD 2024
Venerdì 10 maggio
A introdurre la serata musicale, facendo gli onori di casa, sarà il senegalese Aliou Ndiaye Taxuraan, cantante e suonatore di xalam, uno strumento a corde diffuso in tutta l’Africa occidentale.
Seguiranno:
Il fisarmonicista e cantastorie rom Jovica Jovic, nato a Belgrado nel 1953. Dopo un’avventurosa vita di peregrinazioni (raccontata in un libro di Moni Ovadia e Marco Rovelli pubblicato da Feltrinelli nel 2003) e dopo aver suonato in molti paesi d’Europa facendo conoscere al grande pubblico la ricchezza della storia e dell’universo rom, Jovica continua a emozionare il pubblico con le sue storie di amore e sofferenza popolate di indimenticabili personaggi del mondo rom e slavo.
Alexei Birioukov, nato in Russia nel 1967 e residente in Francia, si presenta nel duo Galia con la cantante Galina Birioukova, specialista nel repertorio folklorico russo. Grande interprete delle musiche tradizionali per balalaika, ha un vasto repertorio che spazia dal folklore russo e tzigano alle composizioni contemporanee, alle trascrizioni di opere classiche per il suo strumento. Grazie alla sua musicalità e alla particolari tecniche esecutive farà scoprire al pubblico le sonorità e le potenzialità di questo strumento.
Sarà ancora uno strumento tradizionale, in questo caso ucraino, il protagonista della performance dell’ucraina Kateryna Tsar’kova (in arte Eka), cantante e suonatrice di Bandura, un antico strumento ucraino a 64 corde, assimilabile alla cetra. La musicista risiede attualmente a Londra ma ha vissuto a lungo anche in Italia, dove ha partecipato a vari festival per la promozione della cultura ucraina. Il suo repertorio include musiche tradizionali della sua terra a brani in stile world music di sua composizione. Si presenta a DOREMIFASUD con il suo gruppo Eka Project.
Sabato 11 maggio
La seconda serata è incentrata sull’area mediorientale, area dalla ricca tradizione culturale e musicale che evidenzia radici condivise fra i diversi popoli che vi abitano. A rappresentare quest’area nella serata di sabato saranno:
Faysal Taher, cantante e strumentista nato in Palestina nel 1959 e trasferitosi in Italia nel 1986. Ormai siciliano di adozione, accoglie nella sua musica l’influsso di varie culture nel segno del rispetto, della tolleranza e del dialogo. Si esibirà cantanto e suonando l’oud, tradizionale strumento a corde arabo, in duo con Riccardo Gerbino alle percussioni.
Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista e compositore di Roma e il cantante tunisino Ziad Trabelsi, colonna portante dell’orchestra di Piazza Vittorio di Roma, sono esponenti di punta rispettivamente della cultura musicale araba ed ebraica nel nostro paese. Insieme intessono un fitto dialogo musicale che rivela le comuni radici di questi due popoli del Mediterraneo, attingendo alla musica tradizionale ma anche proponendo proprie composizioni originali che guardano al mondo della moderna improvvisazione jazzistica, alla world music, al blues e al rock.
A chiudere la serata sarà Ashti Abdo, polistrumentista e compositore curdo nato ad Aleppo e trasferitosi da vari anni in Italia. Non ha bisogno di presentazioni essendo ormai una presenza familiare del nostro festival ed avendo vinto la prima edizione del premio. Proporrà insieme a Gabriele Montanari un concerto basato su antiche melodie in cui gli anziani cantano le sofferenze del loro popolo accompagnandosi con il suono dal suono di due strumenti tradizionali, il saz o tambur (chiamato anche chitarra saracena) e il duduk (strumento a fiato tradizionale armeno).
Nella sua come nelle esibizioni che la precedono l’incontro fra musicisti e strumenti tanto diversi per provenienza intende, nel pieno spirito di DOREMIFASUD, far vivere al pubblico un’esperienza musicale emozionante celebrando la varietà e la ricchezza delle tradizioni sonore.
Esibizioni live a tema ambiente: musica, teatro-danza e spettacoli comici! Un palco unico che ospiterà vari artisti provenienti da diverse parti del mondo.
All’interno del progetto “Artisti uniti per l’ambiente” tra Italia e Senegal finanziato da OIM Italia nel quadro dell’iniziativa A.MI.CO. Grants2024 con il sostegno della Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
Tommy Kuti (Nigeria, musicista): Tommy Kuti, al secolo Tolulope Olabode Kuti, è nato in Nigeria ma è noto per il suo accento bresciano e per le sue canzoni impegnate che descrivono senza filtri l’italia attuale, toccando argomenti come il razzismo e la politica.
Yaya Dembele (Burkina Faso, griot): Yaya Dembele nasce nel 1978 a Bobo Dioulasso, Burkina Faso, in una famiglia di Griot. I Griot nella tradizione dell’Africa Occidentale sono i maestri della parola, cioè i cantastorie che hanno tramandato per secoli le gesta eroiche di principi e re con l’accompagnamento musicale. Dai loro canti traspaiono miti, leggende, credenze e conoscenze che fanno di loro i depositari del patrimonio storico e culturale del popolo cui appartengono.
Sandro Joyeux (Francia, musicista): Alexandre Joyeux Paganini nasce a Parigi nel 1978, mamma francese e papà italiano. A diciotto anni comincia a peregrinare tra la Francia e l’Italia spesso in avventurosi viaggi in autostop o in vespa, suonando come artista di strada o come membro di una band Reggae fino all’approdo in Africa dove resta folgorato dalla musica del Mali. Da allora ha viaggiato per quasi un milione di chilometri con la sua chitarra per raccogliere tradizioni, dialetti e suoni del Sud del mondo.
Lost Parade’ – Erika Di Mauro & Tejaswini Loundo (Italia / India, progetto teatro-danza):
Una umanità, due individui, una convinzione, due estremi. In un mondo in cui l’uomo si sente disconnesso, adottando le narrazioni che gli vengono imposte senza metterle in discussione, come possiamo lottare per un equilibrio? Uno è immerso nel fanatismo e l’altro nello scetticismo. Che cosa succede quando dialogano? Cosa succede quando si riuniscono in un antico rituale: un’antica credenza in una nuova generazione come in un corteo perduto.
Tay Vines (Togo, comico): Artista comico esibizionista, coraggioso e solare con una passione innata per la musica e il ballo. Nato a Lomè, in Togo, vive in Italia da 12 anni. Inizia a postare nel 2016 i suoi primi video su Facebook, dove riprende sketch amatoriali e rap battle surreali tra bianchi e neri. I video fanno milioni di visualizzazioni, e la cosa si trasforma in un lavoro. Nel 2019 viene notato grazie ai suoi video dall’autore Franco Stradella e ingaggiato come inviato per il programma televisivo Le Iene. Nel 2021 scrive il suo primo libro comico intitolato Cosa fare se una ragazza bianca si innamora di te?, edito da Mondadori. Nel 2023 partecipa al nuovo programma televisivo Listen to Me per Rai Play, dove intrattiene il pubblico con il suo stand up comedy sul razzismo e l’integrazione.
Monthy Carol (Italia, band): La band è composta da Andrea Franceschi (basso), Massimo Morici (tastiere), Riccardo Lirangi (batteria), Budo Lia (chitarra e voce), Valeria Galmarini (voce). I Monthy Carlos sono un quintetto di musicisti che collaborano da tempo in altri progetti musicali. La comune passione per il soul e il funk li ha spinti ad avviare questo side project.
Giovani senegalesi di 2° generazione, a sorpresa!